[Turkmenistan] A Mary, pochi km dall’antica città di Merv, siamo arrivati con un treno
notturno con tanto di cuccetta morbida e lenzuola. Ma neanche prendere il
biglietto del treno è stato facile. Quando, dopo mezz’ora di coda, mi affaccio
allo sportello, la bigliettaia urla “No! No! No!” come se avesse visto un
mostro. Mi giro stupito verso le altre persone in coda e uno mi dice
“Director!”… Andiamo dal direttore in non so quale piano della stazione di
Asgabat, già sicuri di perdere tempo. Gli urliamo “Why no ticket, why?”. Il
direttore non parla, alza il telefono e poi scrive su un foglio di andare alla
biglietteria numero 4. Paghiamo una miseria le due comode cuccette in treno e
capiamo perché tanta fatica per avere il biglietto: qui i turisti non possono spendere poco, devono
prendere altri mezzi... devono essere spellati.
Ma non è finita. Andiamo in
albergo (l’unico che ci vuole) e dobbiamo ancora accettare di pagare 50$ una
stanza che i turkmeni pagano 10$, con tanto di prezzi esposti sia per i turisti
che per i locali. Cerchiamo di pagare in manat, la loro valuta, ma niente da
fare “turist dollar” …che palle, non ne abbiamo! Alla fine risolvono andando a
chiamare un cambiavalute che viene in albergo e ci cambia i manat in dollari così possiamo darli a loro: pazzesco!
Finalmente in albergo dopo
una notte nel deserto e una in treno. Laviamo un sacco di roba. Nel primo
pomeriggio andiamo a vedere le estese rovine di Merv, 43 gradi all’ombra.
Merv era insieme a Damasco,
Bagdad e Il Cairo una delle grandi città del mondo islamico. Importante centro
di studi religiosi e snodo focale della Via della Seta, anche se oggi delle
antiche glorie del passato rimane ben poco. Il sito, che conobbe il suo massimo
splendore intorno al XII secolo, è patrimonio Mondiale dell’Unesco e contiene il mausoleo del
sultano Sandjar, uno dei più suggestivi dell’Asia Centrale.
Interessante la storia della
distruzione di Merv:
Nel 1218 Gengis Khan pretese
da Merv un considerevole tributo in grano, oltre alle più belle giovani della città.
La risposta poco saggia dei selgiuchidi fu quella di massacrare gli emissari
mandati a riscuotere il tributo. Come rappresaglia Tolui, il più giovane dei
figli di Gengis Khan giunse tre anni più tardi alla testa di un
esercito, accettò la resa pacifica dei cittadini terrorizzati e poi li massacrò
uno ad uno, uccidendo circa 300.000 persone.
L'antica Merv: sullo sfondo il mausoleo del sultano Sandjar
Una fortezza di Merv del VII sec. con le mura composte
da grandi tronchi d'argilla collocati l'uno accanto all'altro
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